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La pace non è a termine

Nel Consiglio comunale di settembre abbiamo presentato una mozione per chiedere l’esposizione della bandiera della pace, come gesto di solidarietà verso i popoli colpiti dalla guerra e per destare nelle persone una maggiore attenzione al tema della pace, oggi così fragile.
La mozione è stata sospesa e rimandata al Consiglio del 16 ottobre 2025. La maggioranza ci ha chiesto di ripresentarla per poterla modificare. La modifica? L’esposizione nel parco giochi “Diritti dei Bambini” per soli 30 giorniNoi ci siamo astenuti, perché la pace NON è un valore a termine, NON è per un determinato luogo, NON è solo per bambini.

È vero: la norma non considera la bandiera della pace un vessillo ufficiale e stabilisce che non possa essere affissa accanto a quella italiana, europea o del Veneto.
Ma nulla vieta che venga esposta – come già accade in molti comuni e istituti scolastici – fuori da biblioteche, scuole o edifici pubblici (anche municipi), come segno di sensibilità civile e di educazione alla convivenza.

Di fronte all’emendamento della maggioranza, abbiamo proposto una mediazione: mantenerla esposta fino a quando non si fosse consumata. Una proposta di buon senso, nemmeno presa in considerazione. Sappiamo che questo gesto non risolve i conflitti, ma può aiutare a riflettere, stimolare consapevolezza e diffondere una cultura della pace, proprio oggi che l’Italia è circondata da Paesi in guerra.

Gli eventi recenti, dalla Flottilla ad altri tragici episodi internazionali, ci ricordano quanto sia urgente promuovere la pace non solo come parola, ma come azione, ricerca e sensibilità umana, capace di accogliere l’altro nella sua diversità. Perché ciò che ci spaventa non è la violenza dei cattivi, ma l’indifferenza dei buoni.

Finora abbiamo collaborato sui temi cari ai duevillesi: la questione Silva, la tutela delle acque, il sostegno a opere pubbliche come la ciclabile di via Pasubio, e la sinergia con altri comuni per la Grande Vicenza e gli Ambiti Territoriali Sociali.
Continueremo a farlo, ma ci saremmo aspettati più coraggio politico e una maggiore apertura verso un tema che dovrebbe unire tutti: la pace.

❓ Quale male avrebbe fatto la bandiera della pace esposta su uno stabile comunale?
❓ Perché rimandare la discussione di un mese per poi arrivare in aula e proporre di esporla per soli 30 giorni in un parco giochi?
❓ Quali le ragioni per cui tutti i consiglieri di maggioranza hanno detto NO a un simbolo universale come la pace?

La pace non si espone a tempo determinato. In un momento in cui il mondo è attraversato da conflitti e divisioni, ogni gesto conta. E se anche un semplice simbolo può invitare alla riflessione, allora vale la pena avere il coraggio di esporlo.

Anche a livello nazionale, la proposta di legge parlamentare che reintroduce dal 2026 come festa nazionale il 4 ottobre, giorno in cui si celebra San Francesco Patrono d’Italia come simbolo di pace, è stata sostenuta bipartisan. È un segnale importante di unità, in un tempo lacerato da divisioni, tensioni internazionali e da una drammatica escalation di violenza globale. San Francesco, che ebbe tra i suoi principali obiettivi l’annuncio di pace, ci ricorda che è possibile un mondo fraterno e disarmato, dove ciascuno ha il suo spazio.

Eppure, lo spazio per la bandiera della pace a Dueville sarà molto limitato!